MOVING soundscape
ACOUSMATIC MUSIC, 2013The space of perceptions is the space in which I perceive something, but also the expansion of my involvement with things (G. Böhme,The Space of Bodily Presence and Space as a Medium of Representation, pag. 5)
In un'epoca dominata dal senso della vista, il suono rimane relegato ai margini della attenzione percettiva. Nel nostro vissuto quotidiano è solo in specifici momenti - pericolo, curiosità - che cattura la nostra attenzione; più di frequente rimane un brusio di sottofondo, più o meno fastidioso, più o meno piacevole, che viene assorbito inconsciamente. Ma il suono è energia.
Moving soundscape è costituito di una serie di studi sul paesaggio sonoro e si ripropone da un lato di restituirne la ricchezza, la complessità e la bellezza, dall'altro di mettere in luce, attraverso un processo di disvelamento estetico l'impatto emotivo sul nostro vissuto quotidiano. Non si pone in modo antitetico o passivo nei confronti delle architetture che attraversa, degli spazi in cui agisce, ma si relaziona ad essi, ne indaga i riflessi sul vissuto quotidiano, sulla sfera emotiva, sulla coscienza. E' un'azione che si muove ai confini fra il gesto musicale e il proposito documentaristico, una forma di ecologia acustica attraverso la riorganizzazione del suono ambientale in chiave estetica.
Moving soundscape è costituito di una serie di studi sul paesaggio sonoro e si ripropone di mettere in luce, attraverso un processo di disvelamento estetico (processo compositivo), l'impatto emotivo sul nostro vissuto quotidiano. Non si pone in modo antitetico o passivo nei confronti dei suoni che lo circondano - e che esso stesso produce nell'azione - o degli spazi in cui questi agiscono, ma si relaziona e confronta con essi. E' un'azione che si pone ai confini fra il proposito documentaristico ed il gesto musicale, una forma di ecologia acustica mediata dall'intervento estetico.
Muovendosi in bicicletta, con un registratore installato sul manubrio, Moving soundscape va alla ricerca di una drammaturgia del rumore e dell'ordine latente nell'apparente caos che ci circonda. Attraverso l'instaurazione di una dialettica fra materiale documentario e la sua astrazione, emergono la ricchezza e l'intensità espressiva degli strati di cui esso è costituito.
Lo strumento chiave nella reinterpretazione della materia è l'astrazione, nel senso etimologico del "trarre da" e di "considerare delle cose una o più parti separatamente dalle altre". E' nella continua pulsazione fra il concreto e l'estratto e nella loro ibridazione che emergono, dal documento, i vettori emotivi. Di qui la necessità della decomposizione del paesaggio sonoro, del suo dissezionamento, della sua mistificazione, della sua ristrutturazione ed al limite della sua esacerbazione.